Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 17 dicembre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Autismo (ASD): scoperta una rete molecolare Cntnap2-dipendente negli ASD. Wooyoung Eric Jang e colleghi, prendendo le mosse dalle varianti genetiche di CNTNAP2 che costituiscono un fattore di rischio genetico per i disturbi dello spettro dell’autismo (ASD), hanno eseguito un’analisi multi-omica integrata, combinando dati proteometabolomici ottenuti da topi KO per Cntnap2 con dati ottenuti da pazienti ASD e da organoidi proencefalici. In tal modo hanno identificato una rete molecolare ASD-associata responsabile di disfunzione mitocondriale, danno assonico e alterazione dell’attività sinaptica. [Jang W. E., et al. Molecular Psychiatry – AOP doi: 10.1038/s41380-022-01822-1, 2022].

 

Sindrome dell’X Fragile: l’eccessiva proteostasi contribuisce alla patologia. La principale causa monogenica di disturbo autistico è caratterizzata da un’eccessiva sintesi di proteine neuroniche, non associata ad una maggiore espressione. Susana R. Louros e colleghi hanno identificato l’origine nell’eccessiva attivazione della via UPS nei neuroni Fmr-/y, che è responsabile dei vari fenotipi espressi dal disturbo. [Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2022.11.012, 2022].

 

Autismo in età adulta: problemi di diagnosi e trattamento e possibili soluzioni. I disturbi dello spettro dell’autismo (ASD) costituiscono un insieme eterogeneo per eziopatogenesi accomunato dalle manifestazioni cliniche: le differenze dovute ai particolari elementi causali del disturbo pervasivo dello sviluppo cerebrale possono anche accentuarsi in età adulta, quando il disturbo si evolve secondo modalità previste da alcuni test diagnostici internazionali che, tuttavia, non hanno una sufficiente validazione nella realtà italiana. Gli accertamenti vanno dunque completati integrando il rilievo con altri strumenti di valutazione per singole aree, adottati di frequente in Italia. Si dovranno poi approfondire, nei comportamenti sintomatici, il “camuffamento” (camouflaging), ossia il mascheramento sotto apparenze diverse di sintomi tipici dell’autismo, e le condotte di auto-stimolazione ripetitiva (stimming). Si dovranno analizzare – tenendo conto delle possibili evoluzioni – il contatto oculare, la gestualità, le espressioni del viso e la presenza di chiusura sociale. La definizione di una diagnosi operativa, cioè del profilo clinico da trattare, dovrà tenere presente della coesistenza di altri disturbi psichiatrici e dovrà essere il più possibile personalizzata, così come il piano di trattamento. In proposito si ricorda che per il linguaggio vi sono strategie di trattamento validate solo per l’inglese. [Cfr. Mandy Roy, Peter Strate, Dtsch Arztebl Int. – AOP doi: 10.32.38/arztebl.m2022.0379, Feb 3, 2023].

 

Autismo (ASD): utilità della stimolazione tattile durante lo sviluppo del SNC. L’impiego della stimolazione tattile nel trattamento di bambini affetti da disturbi dello spettro dell’autismo (ASD) non è certo una nuova opzione ma, alla luce dei progressi compiuti nelle conoscenze sulla fisiologia e sullo sviluppo di questo senso presentati nella rassegna di Qin Li e colleghi, è possibile sviluppare nuove tecniche e procedure per ottenere qualche risultato apprezzabile. La stimolazione tattile opportunamente impiegata può influenzare la comunicazione interemisferica, la plasticità cerebrale, il rilascio di ossitocina, la segnalazione oppioide e i fattori neurotrofici, così favorendo l’interazione sociale e la formazione di legami [Qin Li, et al. Front Psychol. 13: 967791 eCollection, 2022].

 

Autismo (ASD): un’indagine critica sui ricercatori e sul loro linguaggio. Monique Botha e Eilidh Cage della Divisione di Psicologia dell’Università di Stirling (UK) hanno indagato la presenza di abilismo (ableism), inteso come bias, tendenza inconsapevole e non come discriminazione in base alle abilità, in coloro che studiano l’autismo in chiave psicologica. Hanno rilevato: 1) il parlare talvolta delle persone autistiche in termini sub-umani (disumanizzazione); 2) trattarli a volte come oggetti (reificazione); 3) fare affermazioni che separano gli autistici dai non autistici, collocandoli in una categoria inferiore (stigmatizzazione). Le due ricercatrici evidenziano la necessità di correggere questi atteggiamenti, non solo per motivi etici, ma per l’influenza negativa che possono avere sugli atteggiamenti dei terapisti e sull’esito dei trattamenti. [Frontieres in Psychology – AOP doi: 10.3389/fpsyg.2022.1050897, 2022].

 

Malattia di Alzheimer: DBS mirata del fornice migliora le prestazioni cognitive. Un nuovo studio sul trattamento sperimentale con stimolazione cerebrale profonda (DBS) del fornice dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer in fase non avanzata ha individuato siti ottimali per ottenere effetti positivi sulle prestazioni cognitive. La stimolazione del circuito di Papez e della stria terminale ha prodotto ottimi effetti, come la modulazione delle reti cerebrali distribuite della memoria. Il nostro giudizio sull’indicazione clinica rinvia alle riserve da noi espresse per tutti i trattamenti non modificanti il decorso della malattia, che possono essere scelti dal paziente per migliorare la qualità della vita, anche se per un tempo limitato e affrontando la procedura operatoria di collocazione degli elettrodi. [Cfr. Rios A. S. et al., Nature Communications – AOP doi: 10.1038/s41467-022-34510-3, 2022].

 

L’Elettroshock-terapia della depressione maggiore causa danno e declino cognitivo. Mezzo secolo fa, dopo il rifiuto di principio della maggioranza degli psichiatri all’impiego della terapia elettroconvulsiva in psichiatria – retaggio delle terapie di shock della psichiatria prescientifica – si conservò come unica indicazione quella del disturbo depressivo maggiore (allora definita depressione endogena di grado psicotico) resistente ai farmaci. La nostra società scientifica si è sempre opposta all’impiego empirico di questo mezzo violento che produce effetti di cui non si conoscono le basi scientifiche e che, oltre ad essere eticamente condannabile, pone problemi deontologici.

Un nuovo studio ha indagato la possibilità che i pazienti sottoposti a terapia elettroconvulsiva abbiano riportato danni alle reti neuroniche responsabili dei processi cognitivi. La sostanziale sovrapponibilità, rilevata da Shile Qi e colleghi, tra reti di neuroni che rispondono all’Elettroshock e reti impiegate in processi e compiti cognitivi, consente di attribuire a quel trattamento i deficit nelle abilità di cognizione rilevati nei pazienti a distanza di tempo. [Cfr. BMC Medicine 20 (1): 477, 2022].

 

Una via intestino-cervello che accresce prestazione e motivazione all’esercizio fisico. Un importante stimolo a impegnarsi nell’esercizio motorio è il piacere motivante derivato dall’attività fisica protratta, innescato da cambiamenti neurochimici cerebrali. Lenka Dohnalova e numerosissimi colleghi coordinati da Christoph Thaiss hanno individuato nel topo una connessione intestino-cervello che migliora la performance all’esercizio accrescendo la segnalazione dopaminergica durante l’attività fisica. In particolare, la produzione microbioma-dipendente di metaboliti endocannabinoidi nell’intestino stimola l’attività di neuroni sensoriali esprimenti TRPV1, con l’elevazione della dopamina nello striato ventrale durante l’esercizio.

La stimolazione di questa via migliora la prestazione nella corsa, mentre l’eliminazione del microbioma, come l’inibizione dei recettori periferici degli endocannabinoidi, l’ablazione dei neuroni afferenti spinali o il blocco della dopamina, distruggono la capacità di esercizio.

Questi risultati indicano che le proprietà di ricompensa dell’esercizio sono influenzate da circuiti interocettivi derivati dall’intestino e forniscono un elemento microbioma-dipendente di variabilità interindividuale nella prestazione. Infine, i dati di questo studio suggeriscono che le molecole interoceptomimetiche, che stimolano la trasmissione al cervello di segnali derivati dall’intestino, possono accrescere la motivazione all’esercizio fisico. [Cfr. Dohnalova L. et al. A microbiome-dependent gut-brain pathway regulates motivation for exercise. Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-022-05525-z, December 14, 2022].

 

Dieta mediterranea, famiglia unita e salute psicofisica sono tre capisaldi per migliorare e allungare la vita. È importante comprendere che sono materia di scelta e, anche quando sono in controtendenza con il costume corrente, vale la pena considerarle obiettivi da conseguire e conservare per la loro dimostrata influenza positiva sulla fisiologia cerebrale e di tutto l’organismo. Gli stili di vita sono fortemente influenzati e condizionati da tendenze sociali sostenute dal mercato e la maggioranza delle persone li assume acriticamente per conformismo inconsapevole o per semplice automatismo imitativo: è necessaria una coscienza vigile e una ferma determinazione.

Nella seconda metà del secolo scorso, quando l’Italia è stata commercialmente invasa da prodotti alimentari dannosi, la dieta mediterranea era la regola e, nella cultura popolare, le nuove bevande, gli snack e i nuovi alimenti industriali alla moda erano per chi aveva “cattivo gusto”, il fumo era un vizio come l’alcool, la sedentarietà un difetto deprecato come l’oziare. Una famiglia unita era apprezzata, ammirata e imitata come modello di armonia e sostegno reciproco; proprio in quell’epoca veniva dall’estero la moda dell’individualismo, considerato segno di progresso, e il disprezzo per la famiglia unita ritenuta segno di arretratezza.

Ora la ricerca psicologica e biomedica ha dimostrato che una famiglia estesa e cooperante, così come la nostra alimentazione tradizionale e gli stili ritenuti virtuosi in passato, sono salutari. Sta a noi sceglierli. Gli anni recenti hanno portato al meritorio traguardo dell’attività motoria di massa, con jogging e marcia anche in età avanza, ma da sola questa abitudine non basta. [BM&L-Italia, dicembre 2022].

 

Un errore pedagogico che ha radici molto antiche e si compie ancora oggi. Lamia era la bella figlia di Poseidone, dio del mare, e di Libia, figlia di Epafo e Memfi che diede il suo nome a una regione dell’Africa. Lamia era così seducente che Zeus non seppe resisterle e si innamorò perdutamente di lei, di un amore ricambiato dal quale vennero anche dei figli. Era, moglie di Zeus e reggente dell’Olimpo, furente di gelosia, catturò Lamia e la costrinse a mangiare i suoi figli per sfuggire alla morte. Impazzita e divenuta bestialmente selvaggia, Lamia si rifugiò in una caverna, che elesse a dimora per tutta la vita e dalla quale usciva solo per andare a rubare alle mamme i bambini dei quali si nutriva. Il mito, trasmesso come leggenda, dai tempi più remoti era impiegato dalle mamme greche come spauracchio per incutere timore ai figli disobbedenti: “Se non obbedisci ti faccio mangiare da Lamia!”

La paura che le madri elleniche volevano suscitare nei propri bambini in realtà apparteneva al novero delle paure ataviche sopite nella dimensione inconscia della propria mente, e in particolare derivava dal terrore di poter essere divorati dai propri genitori o da altri adulti, che era appartenuto all’epoca in cui l’antropofagia era ancora comune (si veda: La messa al bando che fu necessaria per la nascita delle civiltà e dell’umanesimo in Note e Notizie 22-10-22 Notule).

La radice antropologica della suggestione antropofagica si rinviene nello spauracchio usato dalle mamme del popolo napoletano dall’800 ai nostri giorni: “Se fai il cattivo viene il Mammone e ti mangia!”. Non si tratta di una grande mamma o del gattomammone risalente al medioevo e citato come creatura fantastica da Giovanbattista Basile nel racconto La Pulce del Pentamerone, come ipotizzato da alcuni, ma di una persona dalla ferocia criminale che dava segni di disturbi mentali: Gaetano Mammone, figlio di un mugnaio di Sora, dove nacque nel 1756 e fu battezzato col nome di Gaetano Coletta; divenuto brigante fu arruolato nell’esercito borbonico per la sanguinosa repressione della Rivoluzione Napoletana del 1799.

Vincenzo Cuoco dà notizia della sua antropofagia nel Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli e racconta: “Il suo desiderio di sangue umano era tale, che si beveva tutto quello che usciva dagli infelici che faceva scannare”. E le vittime furono più di quattrocento. Anche Benedetto Croce lo menziona: “Il terribile Gaetano Mammone, il più efferato tra i capi realisti del 1799 (quel tale che soleva adornare le mense dei suoi banchetti, in cambio di fiori, di teste recise e sanguinanti di giacobini) morì in Napoli, nel 1802, nelle carceri della Vicaria…”.

Alessandro Dumas padre nel suo romanzo dedicato a Luigia Sanfelice, la coraggiosa donna che fu tra i capi della rivoluzione napoletana, raccontando con crudi dettagli uno degli omicidi compiuti dal criminale, scrive: “Gaetano Mammone gettò la scure, balzò su di lui, con una mano lo tenne appoggiato al muro, con l’altra lacerò […] strappò via il coltello piantato nella gola e attaccò avidamente le labbra alla ferita, da cui sgorgava un lungo filo scarlatto”.

La minaccia del “Mammone” veniva dunque dal mito antropofagico di Lamia, portato dai Greci cumani fondatori di Partenope, e aveva preso nell’attualità ottocentesca partenopea il nome del criminale di cui narrano Cuoco, Croce e Dumas. [BM&L-Italia, dicembre 2022].

 

La coscienza basata sulle particelle subatomiche e l’umorismo di Edelman. Periodicamente ritorna la proposta dei fisici teorici di spiegare la coscienza in termini di particelle subatomiche. In senso stretto è un errore, perché la nostra idea di coscienza, ossia il suo concetto, deriva dall’esperienza soggettiva che abbiamo del prodotto funzionale del nostro cervello, basato sull’attività di migliaia di miliardi di sinapsi organizzate nell’architettura delle nostre reti neuroniche. Che sia possibile un’attività di coscienza prescindendo da tutti i livelli intermedi di organizzazione della materia che vanno dalle particelle al nostro cervello è tutto da dimostrare, ma, quandanche fosse possibile, si tratterebbe di un equivalente della coscienza simile a uno spirito disincarnato.

In proposito, Gerald Edelman raccontava la storiella del proprietario di un ippodromo che rischiava il fallimento perché nessuno voleva più utilizzare la sua pista per le gare, e che decide per questo di consultare tre suoi amici: un ragioniere, un ingegnere e un fisico. Il ragioniere gli dice che deve ridurre le spese per far quadrare il bilancio e affrontare il problema principale: la sua pista è troppo lenta, cioè per come è fatta rallenta i cavalli. L’ingegnere spiega che, per rendere più veloce la pista, bisogna fare dei lavori di arginatura e, soprattutto, migliorare il drenaggio così da rendere più asciutta la superficie per ridurre l’attrito degli zoccoli. Allora interviene il fisico: “Ma per aumentare la velocità basta sostituire il cavallo con una sfera!”

Per Edelman, introdurre le particelle subatomiche per spiegare le proprietà della coscienza era come mettere una sfera al posto del cavallo. Ma, nonostante questo irridente paragone e decenni di dimostrazioni che la coscienza emerge come proprietà di sintesi delle reti neuroniche cerebrali e non ha equivalenti reali in funzioni di macchine e cervelli robotici, inclusi quelli progettati dallo stesso Edelman, alcuni continuano a ritenere che, scendendo al livello delle particelle, sia possibile rinvenire uno “stato di consapevolezza e intenzionalità”, anche se non spiegano in cosa consisterebbe il soggetto di questa coscienza. [BM&L-Italia, dicembre 2022].

 

Periodicamente ritorna la tesi del determinismo biologico che nega il libero arbitrio. Tra le current opinions di questi giorni, riecheggiate in alcuni forum americani, si legge di un determinismo biologico forte, che negherebbe l’esistenza di un libero potere decisionale individuale. È stato anche argomentato che Freud, con le sue tesi, implicava un determinismo dell’inconscio che le nuove acquisizioni neurobiologiche avrebbero ricondotto a una base cerebrale.

La questione è stata discussa lo scorso mercoledì in seno alla nostra società scientifica. Ecco qui di seguito, in sintesi, quanto emerso.

Se nella vita di ciascuno le influenze e i condizionamenti sono tali e tanti da impedire spesso l’esercizio del libero arbitrio, questo non autorizza a razionalizzare tale fatto negando l’esistenza stessa del potere di scelta, a motivo di presunti automatismi neurobiologici sottostanti che renderebbero illusoria la libertà di decisione. Per molte “funzioni superiori” del cervello è stata dimostrata la possibilità di regolazione top-down da processi intenzionali, anche in contrasto con il regime regolativo bottom-up. D’altra parte i sostenitori del determinismo biologico forte non forniscono alcuna vera prova (la prova della temporalità reattiva istantanea è stata da noi confutata) a sostegno delle proprie tesi, eccetto la ragionevolezza dell’idea che alcune propensioni neurofunzionali possano rendere irrilevante l’influenza della cultura.

Al contrario, la potenzialità all’esercizio del libero arbitrio in chi abbia integra la coscienza, l’intenzionalità, la volontà e la memoria quali quelle umane, è stata ampiamente dimostrata.

Sulla questione così si espresse Gerald Edelman dopo aver esposto la sua visione teorica: “… il riduzionismo diventa sciocco se applicato in maniera assoluta alla materia della mente, il cui modo di funzionare trascende la causalità newtoniana. L’attività delle memorie di ordine superiore trascende la descrizione delle successioni temporali della fisica. Infine, lo strutturarsi del sé in ambito sociale è, in una certa misura, un evento storico fortuito. Queste conclusioni riguardano il classico dilemma del libero arbitrio e la nozione di ‘determinismo debole’, o ‘compatibilismo’, secondo la definizione di James Mill. Se ciò che ho affermato è corretto, un essere umano ha un certo grado di libero arbitrio. Tale libertà non è totale, comunque, ed è limitata da un certo numero di vincoli ed eventi interni ed esterni. Questa concezione non nega l’influenza dell’inconscio sul comportamento, né sottovaluta la possibilità che piccoli cambiamenti biochimici ed eventi che accadono agli inizi della vita di un individuo possano modellarne lo sviluppo in maniera critica; essa sostiene, però, che il determinismo psicologico forte proposto da Freud non regge”. (Gerald Maurice Edelman, Sulla materia della mente, pp. 264-265, Adelphi, Milano 1995) [BM&L-Italia, dicembre 2022].

 

Ritorno ad Aristotele nel discorso scientifico: solo una provocazione? Non solo per l’autoreferenzialità di una parte considerevole del pensiero filosofico attuale, ma per le caratteristiche strutturali del pensiero aristotelico che, mancando di un “sistema”, bene si adatta al localismo delle esperienze e delle prassi scientifiche contemporanee, è stato proposto un ritorno a questa saggezza del passato per affrontare il futuro. Hegel è il primo a rilevare che l’edificio del pensiero aristotelico è privo di “sistema”, e la filosofia post-egheliana ha sostenuto l’improbabilità del sistema per l’impossibilità di ricondurre il diverso all’uno senza negarne la specificità, fraintendendo la natura dei fenomeni. L’idea di impiegare Wittgenstein e i logici contemporanei nel quadro del pensiero di Aristotele non è nuova e risale a studi avviati già trent’anni or sono.

Berti afferma che non è “azzardato dire che Hegel considerava sé stesso come una specie di Aristotele moderno, risultato vincitore di quella specie di platonismo moderno che poteva essere la filosofia di Kant – per il fatto di aver dato concretezza a quelle idee della ragione che in Kant erano vuote di qualsiasi contenuto empirico, cioè erano «astratte»” (E. Berti, Aristotele nel Novecento, p. 7, Laterza, Bari 1992). La questione, discussa dai nostri soci, rimane aperta. [BM&L-Italia, dicembre 2022].

 

Notule

BM&L-17 dicembre 2022

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